L’Associazione Italiana di Psicologia (AIP) nel marzo 2015 ha approvato un documento che richiama alla necessità di intervenire per chiarire l’inconsistenza scientifica del concetto di «ideologia del gender».
Il termine Ideologia gender o del genere è un neologismo utilizzato principalmente da alcune aree del mondo cattolico, per riferirsi in modo critico agli “studi scientifici di genere” che, contribuendo in modo significativo alla conoscenza di tematiche di grande rilievo per molti campi disciplinari (dalla medicina alla psicologia, all’economia, alla giurisprudenza, alle scienze sociali), hanno favorito la riduzione, a livello individuale e sociale, dei pregiudizi e delle discriminazioni basati sul genere e l’orientamento sessuale”.
In questi ultimi giorni in Italia il dibattito sulla fantomatica “imposizione”, da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, della diffusione della Teoria Gender nelle scuole (a partire da quelle dell’infanzia!) sta diventando sempre più accesso e, da un punto di vista scientifico, a dir poco delirante!
E’ chiaro che alla base di questa virale angoscia vi è il tentativo di una “parte interessata” della società che con metodologie medievali tenta di divulgare Verità terrificanti, oltre che false. Ma fortunatamente siamo nel 2015, l’informazione è libera e gratuita e noi tutti, soprattutto se genitori, abbiamo il diritto/DOVERE di “conoscere” e di far conoscere ai nostri figli la VERITA’.
Innanzitutto partiamo dall’analisi del comma 16 Art.1 della Legge “incriminata” che riforma il sistema nazionale di istruzione e formazione, detta anche “La Buona Scuola” che così riporta:
“Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto legge n. 93 del 2013.”
Fin qui niente di grave, nessun riferimento a ideologie gender o simili ma solo “principi di pari opportunità”.
Andiamo ad analizzare allora il decreto legge del 14 agosto 2013 n.93 sopracitato.
Pare che parli di un
“Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere” che deve essere predisposto in sinergia con la nuova programmazione comunitaria per il periodo 2014-2020 e che deve avere tra le sue finalità anche la “promozione dell’educazione alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere nell’ambito dei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado, al fine di sensibilizzare, informare, formare gli studenti e prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un’adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo”.
Il concetto che si ripete è sempre lo stesso: “pari opportunità e lotta alla discriminazione di genere”… Continuo a non capire…
EUREKA!!
Forse la paura è generata dal concetto di “lotta alla discriminazione di genere”!
Nell’immaginario collettivo la parola “Gender” (a volta sostituita da “Transgender”, per aumentare la confusione) è stata associata alla parola “Omosessuale”.
Allora se Gender = Genere = Omosessuale, questa “lotta alla discriminazione di genere” significherà che ai nostri figli verrà insegnato ad essere tutti uguali…quindi Omosessuali!! E quindi adesso vorranno insegnargli come avere rapporti omosessuali, magari con delle simulazioni da vivo!!
Cari Signori la situazione è molto più grave di quello che possiate immaginare…
...non siamo più padroni della nostra coscienza! Abbiamo perso ogni capacità critica, siamo pieni di rabbia perché frustrati da una società consumistica che costruisce bisogni e sogni da “venderci” a caro prezzo in cambio della nostra identità.
Siamo già tutti uguali, ma nel senso più negativo del termine!
Con la “rete” dovevamo essere tutti più liberi…e invece abbiamo fatto la fine di un banco di pesci…
Ma non è troppo tardi!! Tra tanta immondizia la “rete” contiene anche Scienza.
La verità è che l’Europa parla in modo “scientifico” di Educazione Sessuale e alla Relazione.
Riporto di seguito alcuni stralci del documento ufficiale “Standard per l’educazione sessuale in Europa” che consiglio a tutti di leggere “integralmente” (sono poco più di 50 pagine di piacevole lettura) per comprendere che l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado è l’unico vero e valido strumento che abbiamo per salvarci dal “Demonio”…
Certo rimane ancora molto da lavorare sulla preparazione dei futuri Educatori e sulla integrazione di questi nelle scuole…considerando il livello culturale di base da cui partiamo in Italia ci vorrà un po’ di tempo, ma con un po’ di collaborazione da parte di tutti (cittadini, istituzioni scolastiche, ordini professionali, sanità, ecc.) ce la DOBBIAMO fare! …ormai è diventata una questione di vita o di morte perché la Discriminazione di genere è solo l’anticamera della Violenza…e allora poi diventa anche inutile continuare a riempire le piazze di scarpette rosse…
Buona Educazione Sessuale a Tutti!
“La Psicologia Evolutiva, ha dimostrato che i bambini nascono come esseri sessuali e che la loro sessualità si sviluppa attraverso diversi stadi collegati allo sviluppo infantile in generale e ai relativi compiti di sviluppo. Detti stadi dello sviluppo sessuale vengono presentati nel dettaglio sia per spiegare la necessità, già citata in precedenza, di iniziare precocemente l’educazione sessuale, sia per illustrare che specifici contenuti/informazioni, competenze e atteggiamenti sono presentati in relazione allo sviluppo del bambino o del ragazzo. Gli argomenti sono proposti idealmente prima che il bambino/il ragazzo raggiunga lo stadio evolutivo corrispondente in maniera da prepararlo ai cambiamenti imminenti (ad esempio una bambina dovrebbe essere edotta sulle mestruazioni prima di farne esperienza per la prima volta)”.
“E’ definito Educazione Sessuale un approccio nell’insegnamento, adeguato all’età e alla cultura, riguardante il sesso e le relazioni attraverso la trasmissione di informazioni scientificamente corrette, realistiche e non giudicanti. L’Educazione Sessuale offre, per molti aspetti della sessualità, l’opportunità sia di esplorare i propri valori e atteggiamenti, sia di sviluppare le competenze decisionali, le competenze comunicative e le competenze necessarie per la riduzione dei rischi” “Gli Standard individuati indicano ciò che bambini e ragazzi, nelle diverse età, dovrebbero sapere e comprendere, quali situazioni o sfide dovrebbero essere in grado di gestire a tali età e quali valori e atteggiamenti é necessario che essi maturino per poter crescere in modo gratificante, positivo e sano per quanto attiene la sessualità.”
“Nell’affrontare il comportamento sessuale di bambini e ragazzi, è importante tenere presente che la loro sessualità è diversa da quella degli adulti e questi ultimi non dovrebbero prendere in esame il comportamento sessuale di bambini e ragazzi dal proprio punto di vista adulto.”
“Il comportamento sessuale tra bambini e ragazzi ha solitamente luogo a livello individuale oppure tra coetanei in un contesto di gioco o di presa in giro, come modalità per esplorare se stessi e gli altri. E’ così che bambini e ragazzi scoprono cosa piace e cosa non piace loro, imparano a gestire l’intimità e apprendono le regole di comportamento nelle situazioni sessuali. Le loro norme e valori riguardanti la sessualità si formano nello stesso modo.”
Questo è solo un assaggio di tutte le informazioni scientifiche riportate nel documento che ogni genitore ha l’obbligo di conoscere…